Epilessia e malattia di Alzheimer: una relazione bidirezionale dovuta a meccanismi fisiopatologici comuni
Una recente review della letteratura ha individuato i meccanismi fisiopatologici comuni tra epilessia e malattia di Alzheimer che potrebbero spiegare l’associazione bidirezionale tra queste condizioni: ridotti livelli di amiloide beta 1-42 nel CSF, livelli elevati della proteina tau iperfosforilata e un pattern simile di atrofia cerebrale.
I soggetti con disturbo bipolare e primo episodio di tipo depressivo presentano un deficit cognitivo maggiore rispetto a quelli con primo episodio di tipo maniacale
Uno studio ha osservato come il declino a livello di attenzione, memoria e funzioni esecutive differisca tra i soggetti con disturbo bipolare e primo episodio di tipo maniacale e quelli con primo episodio di tipo depressivo.
Disturbi depressivi e assunzione di numerosi farmaci anticrisi possono contribuire a peggiorare il deficit cognitivo in soggetti adulti con epilessia del lobo temporale
Uno studio osservazionale ha evidenziato il legame tra presenza di disturbi depressivi, numero elevato di farmaci psicotropi o anticrisi assunti e un importante deficit cognitivo in soggetti adulti con epilessia del lobo temporale
Il disturbo bipolare potrebbe condividere alcuni meccanismi patologici con disordini dello sviluppo e disturbi dello spettro autistico attraverso varianti geniche
Uno studio di <em>deep exome sequencing</em> supporta il possibile impatto del mosaicismo genico associato ai disordini dello sviluppo e disturbi dello spettro autistico sull’insorgenza di disturbo bipolare.
L’azione protettiva del valproato sugli stadi del sonno determina un maggior controllo delle crisi epilettiche
In un modello animale, valproato si è rivelato efficace non solo per limitare gli episodi epilettici, ma anche per favorire il mantenimento dei corretti stadi del sonno, riducendo quindi il rischio di nuove crisi epilettiche
I trigger d’insorgenza di episodi dell’umore acuti nel disturbo bipolare
L’identificazione dei principali trigger di alterazione del tono dell’umore nei soggetti con disturbo bipolare può aiutare a limitare il numero di episodi maniacali o depressivi e ridurre il rischio di recidiva.
Lo stato di alto rischio clinico di disturbo bipolare purtroppo è ancora poco riconosciuto in pratica clinica
Benché i dati di letteratura non siano ancora definitivi, riconoscere lo stato di alto rischio clinico di disturbo bipolare potrebbe consentire ad identificare con più accuratezza i soggetti che convertiranno a disturbo bipolare di tipo 1 o 2 e implementare interventi preventivi precoci.
Epilessia nel soggetto anziano: è necessario un percorso di presa in carico e gestione specifico per ogni singolo paziente
Le evidenze di letteratura sulla gestione del soggetto anziano con epilessia sono ancora limitate, tuttavia è innegabile l’importanza di prevedere un approccio personalizzato al singolo paziente.
Ritmi circadiani, cronobiologia e disordine bipolare
Le alterazioni del ritmo circadiano e il disturbo bipolare sono due condizioni fortemente correlate tra loro. La causa esatta, tuttavia, non è ancora chiara, ma ad influenzare i ritmi circadiani sono diversi fattori quali il sonno, la genetica e l’ambiente. Gli studi sui topi con Disturbo Bipolare hanno spesso mostrato cambiamenti del ritmo circadiano o addirittura il DB è stato generato manipolando specificamente il ritmo circadiano.
Studio dell’elaborazione grafica del segnale nell'epilessia del lobo temporale
Nei disturbi cerebrali, e nello specifico, nell’epilessia del lobo temporale (TLE), l’accoppiamento morfologico-funzionale, rimane in gran parte sconosciuto. Per la prima volta, seppur su un campione ristretto di pazienti, è stato studiato questo accoppiamento, durante le scariche epilettiformi interictali (IED), con elaborazione grafica del segnale.